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aterosclerosi

COLLEGAMENTI

Aterosclerosi

La malattia è anche conosciuta come:
indurimento delle arterie, malattia aterosclerotica


È la principale responsabile delle patologie cardiovascolari e la prima causa di morte a livello mondiale. conosciamo insieme le cause, i metodi diagnostici e le possibili terapie.

Categoria: Malattie cardiovascolari
Sigla: ASVD

Che cos’è – Aterosclerosi

Aterosclerosi: una patologia progressiva

L’aterosclerosi è il processo caratterizzato dall’accumulo di depositi adiposi o fibrosi nelle pareti delle arterie da cui originano le placche ateromatose. L’ispessimento delle placche restringe il lume dell’arteria e riduce di conseguenza l’apporto di sangue a organi vitali quali il cuore e il cervello, che vengono quindi privati di ossigeno e di nutrienti vitali. Questa condizione si definisce ischemia.

L’aterosclerosi è una patologia progressiva, nonché la principale responsabile delle patologie cardiovascolari e la prima causa di morte a livello mondiale.

Una placca ateromasica può provocare complicanze in seguito a eventi diversi:

Ispessimento
Determina il restringimento del vaso e la riduzione graduale del flusso di sangue. Molte parti del corpo compensano la diminuzione sviluppando una via alternativa di irrorazione, ma cuore, cervello e gambe non sono in grado di farlo e, se ricevono un apporto di sangue non adeguato, sviluppano sintomi quali angina, attacchi ischemici transitori .

Rottura
La placca di colesterolo e la parete vasale vengono esposte al sangue inducendo una reazione improvvisa di coagulazione e blocco completo del flusso ematico. Nelle arterie coronariche, tale evento può causare un infarto del miocardio  e nelle arterie carotidee che irrorano il cervello un ictus.

Indebolimento e ispessimento della parete vasale
Determinano la formazione di un aneurisma, uno sfiancamento della parete vasale. La rottura di un aneurisma può provocare un’emorragia interna massiva caratterizzata dall’insorgenza improvvisa di sintomi caratteristici.
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Il ruolo del colesterolo nell’aterosclerosi

In presenza di lesioni prodotte da fattori quali ipertensione e tabagismo, la parete arteriosa viene infiltrata dal colesterolo presente nel sangue. Tale evento innesca una reazione a catena che causa il restringimento del lume vasale in seguito all’accumulo di colesterolo (la cosiddetta placca).

L’accumulo di colesterolo nella parete arteriosa e la conseguente formazione di una placca. Il colesterolo è depositato dalle LDL (colesterolo LDL, o colesterolo cattivo) e può essere rimosso dalle HDL (HDL-colesterolo o colesterolo buono).
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Prevenzione – Aterosclerosi


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Arterie più pulite con le verdure

Il consumo di elevate quantità di verdura aiuterebbe a mantenere le arterie “pulite”, rallentando in questo modo il processo che porta all’aterosclerosi, responsabile di patologie cardiache e ictus.

A sostenerlo è un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Nutrition, che ha cercato di scoprire il meccanismo mediante il quale i vegetali sono in grado di interferire con il processo aterosclerotico.

L’indagine è stata condotta su topi geneticamente modificati in modo che sviluppassero più velocemente aterosclerosi, che a partire dai 6 mesi d’età sono stati randomizzati a ricevere o una dieta ricca di vegetali (circa il 30% dell’apporto calorico) o un regime alimentare privo di verdure.
Dopo circa 16 settimane, gli animali che mangiavano verdura presentavano un’estensione dell’aterosclerosi minore del 38% rispetto ai ratti che seguivano l’altra dieta. Inoltre, il consumo di vegetali si associa a livelli inferiori di colesterolo e di alcune proteine coinvolte nell’infiammazione.
Tale effetto protettivo sarebbe dovuto all’azione antiossidante e antinfiammatoria dei polifenoli e delle vitamine contenuti nelle verdure.
Nello studio in questione, agli animali venivano somministrati broccoli, carote, fagioli verdi, mais e piselli; tuttavia, non si esclude che benefici simili si possano ottenere consumando anche altri vegetali.
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L’aterosclerosi si può prevenire

Un nuovo e importante studio denominato METEOR dimostra che Rosuvastatina ha effetti positivi sul contenimento e sulla riduzione della placca aterosclerotica in una fase iniziale. Questi risultati sono a sostegno dello studio ASTEROID, pubblicato lo scorso anno, che dimostrava l’efficacia di rosuvastatina quando l’aterosclerosi è in fase più avanzata.

I risultati sono stati presentati alla stampa ieri a Roma dal professor Francesco Prati dell’Azienda Ospedaliera S.G. Addolorata di Roma e dal professor Roberto Ferrari dell’università degli studi di Ferrara.

Per quanto concerne il primo studio si è notato come Rosuvastatina ad alti dosaggi, nelle persone con un moderato innalzamento dei livelli di colesterolo cattivo LDL, ma che non presentano ancora i sintomi di malattia aterosclerotica, sia in grado di ridurre lo spessore della parete dell’arteria carotidea. «Lo studio METEOR», spiega il professor Prati, «ha dimostrato che rosuvastatina è efficace nell’arrestare la progressione della placca nei pazienti a basso rischio, grazie a un generale miglioramento dei parametri lipidici».

«La molecola», spiega il Professor Ferrari, «agisce sull’endotelio, cioè sul pavimento dei vasi arteriosi, riuscendo a mantenere unite e integre le mattonelle che lo compongono, cioè le cellule endoteliali, e impedendo così all’aterosclerosi di instaurarsi o di progredire».
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Olio di oliva 10 buoni motivi per mangiarlo

In una serie di punti sintetizziamo perchè preferire l’olio d’oliva.

Va precisaato che l’olio di oliva non è un medicinale ma un alimento.
Le sue proprietà sono diverse, abbiamo deciso di selezionarne 10. Crediamo che siano più che sufficienti per convincervi almeno ad assaggiarlo.

  1. facilità la digestione degli altri grassi per la sua specifica azione celecisticinetica
  2. svolge un’azione protettiva sia contro l’acidità sia contro le ulcere gastriche e le gastrti causate da iper secrezione
  3. svolge un’azione lassativa piuttosto blanda ma utile per regolarizzare l’intestino
  4. è di aiuto nel contrastare l’atonia intestinale, il colon irritabile e lo stato di abituale stitichezza
  5. contribuisce a risolvere molte malattie dell’apparato epato-biliare perchè è meglio tollerato rispetto ad altri grassi
  6. è utile nella prevenzione dei calcoli biliari
  7. aiuta a prevenire l’insorgere dell’osteoporosi negli anziani perchè ha la capacità di far veicolare nell’organismo la vitamina D
  8. riduce i fattori di rischio legati all’insorgere dell’aterosclerosi
  9. assicura un ruolo attivo nella prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari
  10. contribuisce a migliorare lo stato della pelle, non solo attraverso frizioni con unguenti, ma anche, in modo indiretto, attraverso l’alimentazione. 

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Diagnosi – Aterosclerosi


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Tecniche diagnostiche invasive

I medici utilizzano diverse tecniche per studiare l’aterosclerosi e l’estensione delle placche ateromasiche, sono praticamente tutte tecniche di imaging qui sotto vediamo quelle invasive, ma ce ne sono anche di non invasive.

Angiografia coronaria
Esame radiografico (raggi X) dei vasi sanguigni effettuato dopo l’iniezione di un colorante di contrasto. Questa tecnica di natura invasiva consente di identificare all’interno del lume dei vasi sanguigni eventuali restringimenti o blocchi dovuti all’aterosclerosi. È il metodo più usato per definire la contrazione del lume coronarico. Per fini di ricerca, è possibile calcolare numericamente l’entità del
restringimento (angiografia coronarica quantitativa – QCA).
Tuttavia, poiché l’angiografia valuta solo il lume di un vaso e non la sua parete, essa di fatto sottostima l’estensione dell’ateroma, in particolare negli stadi precoci dell’aterosclerosi. Inoltre, la dimensione del lume non è un buon predittore ai fini dell’identificazione dei pazienti candidati allo sviluppo di eventi cardiovascolari.

Ecografia endovascolare (IVUS)
La IVUS utilizza onde sonore ad alta frequenza per produrre un’immagine del lume e della struttura parietale del vaso.
Misura in maniera precisa l’area luminale nonché la dimensione e la distribuzione della placca ateromasica, poiché visualizza l’intera parete del vaso. 

La capacità di visualizzare direttamente le placche non rilevate dall’angiografia nella parete vascolare e di fornire immagini di sezioni trasversali permette la diagnosi e il trattamento precoci di pazienti affetti da ateromi significativi, ma spesso asintomatici.
Spesso si associa a un potenziale miglioramento significativo della prognosi dei pazienti affetti da patologia coronarica. Le limitazioni della tecnica comprendono problematiche relative alla risoluzione delle immagini e l’impossibilità di distinguere tra placche fibrose e lipidiche.
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Tecniche diagnostiche non invasive

I medici utilizzano diverse tecniche per studiare l’aterosclerosi e l’estensione delle placche ateromasiche, sono praticamente tutte tecniche di imaging, qui sotto vediamo quelle non invasive, esistono poi altre tecniche dalle caratteristiche più invasive.

Risonanza magnetica (RM)
Tecnica non invasiva idonea alla valutazione precoce della patologia arteriosa. Poiché la RM fornisce immagini di sezioni trasversali o tridimensionali, consente di visualizzare direttamente dimensione, forma e composizione dell’ateroma. La RM è potenzialmente utilizzabile non solo per individuare la presenza dell’aterosclerosi, ma anche per studiarne l’evoluzione e valutare gli effetti degli interventi terapeutici quali il controllo dei fattori di rischio e i trattamenti ipolipidemizzanti.

Ecografia B-mode
Tecnica non invasiva atta alla misura quantitativa dello spessore dell'intima media dell'arteria carotidea (IMT – lo spessore dello strato muscolare liscio presente nella parete vasale). L’ecografia B-mode fornisce immagini bidimensionali di IMT con riscontri utilizzabili come valido marker surrogato della patologia ateromasica e cardiovascolare. Il piano ristretto dell’immagine può indurre a sovrastimare o a sottostimare la gravità della patologia.
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Cura e Terapia – Aterosclerosi


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Trattamento precoce dell’aterosclerosi

In base ai criteri di valutazione del rischio di Framingham più del 60% degli eventi cardiovascolari si verifica nei tre quarti dei soggetti classificati a rischio da basso a intermedio di malattia coronarica.

Capiamo quindi come l’identificazione e il trattamento precoci di questi stati di aterosclerosi che si può definire subclinica sono di grande importanza.

Secondo studi recenti sul rapporto tra evoluzione dell’aterosclerosi e insorgenza di eventi cardiovascolari esistono due fattori chiave che aiutano a predire l’insorgenza della malattia:

– Il restringimento del lume vasale (la cavità, o canale, tubolare delimitata dalle pareti del vaso)
– L’erosione e la distruzione della placca ateromasica

Anche la conformazione delle placche è un aspetto molto importante. Oggi si sa che la composizione delle placche ateromasiche è variabile: quelle con una parte centrale lipidica (che in gergo tecnico si definisce core) sono più soggette a rottura in assenza di sintomi premonitori.

Alcuni studi hanno associato all’uso di statine (in virtù del positivo effetto di riduzione dei livelli di colesterolo LDL) un calo degli eventi coronarici nonché della morbilità e della mortalità cardiovascolare e una potenziale capacità di rallentare la progressione e persino di indurre la regressione dell’aterosclerosi. Un esempio concreto è l’utilizzo di rosuvastatina.
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Tenere sotto controllo il livello di colesterolo

Abbiamo visto che le linee guida delle principali organizzazioni internazionali e anche dell’Agenzia italiana del farmaco promuovono l’utilizzo delle statine per i malati di AOP anche se asintomatica.

Tra queste la rosuvastatina sembra essere in grado (in 9 pazienti su 10) di abbassare i livelli plasmatici di colesterolo totale in misura superiore al 50% e di ridurre il colesterolo LDL ai livelli consigliati dalle linee guida già ai bassi dosaggi e in sole 12 settimane.

«In questo ambito rosuvastatina ha dimostrato un’alta efficacia nell’abbassare livelli di colesterolo cattivo a bassi dosaggi, per questo è da preferire alle altre per la cura dell’arteropatia obliterante periferica», spiega il dottore Claudio Cimminiello, direttore del dipartimento di medicina presso l’Azienda Ospedaliera di Vimercate, durante un incontro per illustrare l’efficacia del farmaco.

Rosuvastatina è in grado di inibire un enzima cruciale per la sintesi del colesterolo. Si tratta dell’enzima HMG-CoA redattasi, la cui inibizione riduce la sintesi di colesterolo le fagato in cui viene prodotta la maggior parte del colesterolo nell’organismo e quindi si determina una riduzione di colesterolo nel sangue.

Il farmaco è disponibile in compresse, si assume una volta al giorno per via orale, ion qualsiasi momento della giornata, con o senza cibo.
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Contro l’aterosclerosi statine e antipertensivi

Ridurre la dislipidemia e bloccare il sistema renina-angiotensina (uno dei principali meccanismi di regolazione della pressione arteriosa) provoca un effetto sinergico e salutare su chi soffre di ipertensione arteriosa e di malattia aterosclerotica.

Ad affermarlo è uno studio condotto dall’Arkansas University che ha osservato come l’uso combinato di rosuvastatina e di un farmaco antipertensivo inibitore dell’angiotensina II (candesartan cilexetil) è in grado di bloccare la formazione della placca ateromatosa e quindi di combattere l’aterosclerosi, riducendo il rischio di infarto e di ictus.

L’aterosclerosi è una vera e propria malattia multifattoriale dell’endotelio, principale responsabile delle patologie cardio- e cerebro-vascolari e seconda causa di morte nei Paesi sviluppati. Solo in Italia, nel 2002, si sono registrati oltre 237.000 decessi provocati da malattie del sistema cardiocircolatorio.
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Glossario per Aterosclerosi – Enciclopedia medica Sanihelp.it


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