Sanihelp.it – Le donne incinte che vivono in prossimità di campi e aziende agricole dove vengono utilizzati pesticidi chimici, hanno circa il 60% in più di probabilità che il nascituro sviluppi un disturbo autistico o un ritardo cognitivo.
Questa la conclusione raggiunta da un gruppo di ricercatori dell'UC Davis MIND Institute, che ha esaminato le associazioni tra alcune classi di pesticidi (come gli organofosfati, i piretroidi e i carbammati) e le diagnosi di autismo o di ritardo dello sviluppo nella prole di donne esposte a queste sostanze durante la gravidanza.
«Questo studio convalida sostanzialmente i risultati delle precedenti ricerche in cui veniva segnalata un’associazione tra l’avere un bambino con autismo e l'esposizione prenatale a sostanze chimiche agricole – spiega il dottor Shelton, autore dello studio – Anche se dobbiamo ancora indagare se determinati sottogruppi siano più vulnerabili a queste sostanze rispetto ad altri, il messaggio è molto chiaro: le donne in gravidanza dovrebbero cercare di evitare quanto più possibile l’esposizione a prodotti chimici agricoli».
Lo studio è stato condotto su circa mille famiglie con bambini di età compresa tra i 2 e 5 anni aventi diagnosi di autismo o di ritardo dello sviluppo: i ricercatori hanno quindi utilizzato dei questionari per ottenere informazioni relative agli indirizzi residenziali dei genitori nel periodo di pre-concepimento e della gravidanza, indirizzi che sono stati poi sovrapposti alla mappa dei siti di applicazione delle sostanze chimiche agricole.
«Quello che abbiamo osservato – afferma la dottoressa Hertz-Picciotto, epidemiologa ambientale nota per i suoi studi sull’autismo – è che l’applicazione delle classi di pesticidi più comunemente utilizzati, corrisponde agli indirizzi residenziali delle madri i cui figli hanno sviluppato autismo o ritardo cognitivo».
Invero, l’esposizione a pesticidi e insetticidi può risultare problematica per coloro che vivono nei pressi di aree agricole soprattutto durante una gestazione, dal momento che il cervello del feto in via di sviluppo risulta essere particolarmente vulnerabile.
Questi pesticidi infatti sono neurotossici e possono influire negativamente sui complessi processi di sviluppo strutturale dei neuroni, la cui alterazione potrebbe quindi provocare la modificazione dei meccanismi che regolano l'umore, l'apprendimento, le interazioni sociali ed i comportamenti.
«Se la nutrizione materna (in particolare l'assunzione di vitamine prenatali) durante la gravidanza rimane fondamentale per ridurre il rischio di avere un bambino con autismo – conclude la dottoressa Hertz-Picciotto – è impossibile eliminare completamente i rischi dovuti a esposizioni ambientali. Abbiamo però bisogno di aprire un dialogo su come ridurre l’esposizione ai pesticidi chimici, sia a livello sociale che individuale».