Sanihelp.it – Come ci spiega la dottoressa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta a Roma, durante l’adolescenza, è sempre bene stimolare e incoraggiare i ragazzi allo studio della musica: è proprio in questa fase della vita che si inizia a far chiarezza su quella che sarà la vita futura di un individuo ed è anche possibile che il suo futuro sia nella musica, come nel caso dei musicisti o dei compositori o delle tante persone che poi riescono a fare del proprio talento musicale una professione.
Bisogna tuttavia stare molto attenti al modo con il quale approcciare un adolescente alla musica cosiddetta classica. Un conto è se il ragazzo fin da piccolo è stato abituato a un contatto diretto con questo mondo, se ha avuto modo di giocare con uno strumento, o se è cresciuto in un ambiente già musicalizzato. Altro caso è se il giovane viene accostato da adolescente alla musica, senza una preparazione durante l’infanzia. In questo caso, l’approccio iniziale sarà probabilmente difficoltoso, perché il mondo esterno non è certo un veicolo di cultura di questo genere: molto probabilmente, al ragazzo saranno arrivate all’orecchio molte canzoni, ritmi rock o disco-music, ma non certo arie di Verdi o Puccini, melodie di Bach o Mahler. Non è immediato quindi, né scontato avvicinare un orecchio ribelle e anticonformista come quello di un adolescente ad un mondo affascinante ma difficile perché più complesso, come quello della musica colta.
Sarà bene quindi accostare il giovane magari con l’ausilio di un docente di musica adeguato, possibilmente giovane, che sappia ricordarsi e ricordare la dimensione del gioco intrinseca alla pratica musicale. Sarà bene procedere con semplici ascolti di brani che risultino brevi e facilmente orecchiabili, con motivi musicali riconoscibili e che non stanchino all’ascolto. Come non si può chiedere a un ragazzo di partecipare alla Maratona di New York senza un allenamento costante e proficuo praticato in precedenza, allo stesso modo non gli si può chiedere un ascolto integrale del Tristano e Isotta di Wagner: si rischia un effetto assolutamente controproducente, l’allontanamento da questa forma di arte, la falsa convinzione che la grande musica sia roba da museo, noiosa e parte di un mondo ormai fuori dalla realtà attuale. Se si vuole avvicinare un adolescente all’ascolto della musica classica sarà quindi necessario scegliere con grande cura i brani da proporgli e lasciare che la passione cresca piano piano, che l’interesse e la curiosità maturino spontaneamente nel soggetto. Solo in questo modo la musica potrà diventare una vera passione e non finire come una faticosa corvée voluta dai propri genitori.