Sanihelp.it – Parigi e New York sono a cavallo del nuovo secolo: il ‘900.
Mentre su un fronte si gioca tra eleganza e modernità, sull’altro la tecnologia si impegna nella scalata verso le innovazioni.
La moda non è più solo Haute. Per la prima volta l’abito viene presentato come opera d’arte, ed esposto come tale nei musei d’avanguardia.
Sotto la spinta del Movimento Futurista e dei Fauves nasce il connubio moda-arte: se Giacomo Balla detta una nuova veste non borghese, contromoda e anticonvenzionale, Matisse e Derain ispirano costumi inediti attraverso vortici di colore.
Tessuti variopinti, geometrie, asimmetrie dovevano suggerire un dinamismo moderno, al passo con i tempi.
Paul Poiret, lo stilista che libera definitivamente la donna dal corsetto, a inizio secolo, continua le sue creazioni in un clima ‘Nouveau’, tra atmosfere orientali, vive, molto teatrali: colori sfavillanti, linee semplici e morbide si liberano in un gusto esotico e multietnico da ‘Le Mille e una notte’.
Il Giappone, la Cina, il Marocco, la Persia diventano le sue Terre d’ispirazione.
I pantaloni alla turca, gli abiti a kimono, i sandali alla greca, i cappelli stravaganti vengono non solo riadattati all’Occidente, ma affiancati per la prima volta a prodotti di bellezza come oli, creme, ciprie, profumi.
Una realtà fuori dal tempo, in cui la donna è vamp, un’odalisca che seduce, si trucca, usa accendini, portasigarette, specchietti, chiari segni di emancipazione femminile.
Ecco Mata Hari, Isadora Duncan, Theda Bara, Gloria Swanson conquistare la folla.
Provocazione e semplicità dal sapore orientale anche per Mariano Fortuny, artista catalano che rivoluziona l’abbigliamento greco: trasformando il chitone in tunica, creando kaftan e abiti lunghi tubolari portati senza sotto niente, brevettando il plissettato, sperimentando tecniche di stampa che riproducevano i disegni dei velluti e delle sete antiche.
Le sue creazioni audaci sono state indossate dalle protagoniste della Belle Epoque, come Martha Graham, Eleonora Duse, le sorelle Grammatica.