Sanihelp.it – Il Dr. Bethany A. Teachman e colleghi, hanno dimostrato che nonostante le persone spesso dichiarino di non nutrire sentimenti negativi nei confronti degli individui in sovrappeso, nella realtà questi pregiudizi esistono.
Questi stereotipi negativi sono stati rilevati anche dopo aver informato le persone, prima della somministrazione dei test utilizzati, che l’obesità è principalmente il risultato del patrimonio genetico individuale.
Secondo Teachman, le persone in sovrappeso sono soggette a discriminazioni in molti campi, e le campagne informative contro l’obesità a cui siamo sottoposti, possono influenzare il nostro modo di pensare anche se cerchiamo di opporci.
Il messaggio, proposto dal sociale, che l’obesità è frutto di una debolezza morale ed il quadro negativo dipinto dai media delle persone “grasse” potrebbero influenzarci anche se ci sforziamo di essere tolleranti e non prevenuti.
Durante lo studio, Teachman, insieme al suo collega Dr. Kelly Brownell ed altri, hanno intervistato 144 soggetti sul modo di valutare “il modo di essere delle persone grasse”. Ad un primo gruppo di partecipanti allo studio è stato comunicato, prima del test, il risultato di un falso studio in cui l’obesità sembrava causata principalmente da fattori genetici. Ai componenti del secondo gruppo è stato mostrato un altro studio in cui si sosteneva che l’obesità è legata ad alimentazione eccessiva oltre alla mancanza di esercizio. Al terzo gruppo non sono state fornite informazioni accessorie.
I partecipanti hanno eseguito un test di associazione verbale ideato proprio per identificare eventuali pregiudizi negativi nei confronti nei confronti degli obesi.
Nel numero corrente della rivista Health Psychology, Teachman e colleghi hanno riferito che l’esercizio di associazione ha dimostrato che anche persone che sostenevano di non avere pregiudizi contro gli obesi, hanno nella realtà associazioni negative inconscie legate all’idea del sovrappeso.
Questi pregiudizi subcoscienti possono comparire in molte situazioni della vita quotidiana, come durante il cammino per strada o durante l’ascolto di una barzelletta sui “grassoni”, oppure nelle comuni situazioni in cui dobbiamo interagire con una persona in soprappeso.
Ricerche precedenti hanno indicato come i pregiudizi inconsci, possono determinare la distanza da tenere nei confronti di una persona grassa scegliendo una sedia in una sala d’attesa, ha detto Teachman.
Gli autori si augurano cambiamenti nel modo di presentare le persone in sovrappeso da parte dei media, magari introducendo la figura degli obesi negli aspetti della vita professionale, familiare ed anche romantico, sostiuendo i soliti ritratti negativi.
Un altro escamotage potrebbe essere lo scoraggiare le “barzellette sui ciccioni”, ed incoraggiare un’educazione sulle cause e la prevenzione dell’obesità, in modo da ridimensionare i miti sulla mancanza di volontà e sulla dieta eccessiva.
Da: Health Psychology 2003