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Chirurgia estetica, un lavoro da professionisti

I consigli della Società Italiana di Chirurgia Plastica

Sanihelp.it – 


Bellezza sì, ma solo in sicurezza. La SICPRE, Società italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, ha dato il via a La Bellezza SICURA, iniziativa volta ad accrescere nei potenziali pazienti la consapevolezza sui problemi per la salute che possono derivare dall’affidarsi a chi non è specialista, dal farsi operare in strutture inadeguate, dall’accettare (spesso per risparmiare) l’utilizzo di sostanze e dispositivi di bassa qualità.

L’iniziativa della SICPRE si articola in una campagna pubblicitaria e nella pubblicazione sul sito della società di una serie di consigli pratici. «Sono pochi, facili da seguire ed essenziali – spiega il presidente Fabrizio Malan – perché danno a chi sta prendendo in considerazione di sottoporsi a un ritocco una serie di criteri oggettivi che lo mettono in grado di valutare la preparazione dell’operatore, la sicurezza dei materiali e l’adeguatezza delle strutture».

Come fare, quindi, per scegliere e agire in sicurezza? Innanzitutto, imparando a leggere correttamente targhe, biglietti da visita e ricettari. «Dietro espressioni come Specialista in Chirurgia Generale – Chirurgia plastica, o come Chirurgo Estetico – dice ancora Malan – si può nascondere una truffa. E chi dichiara di essere Specialista senza esserlo è perseguibile penalmente».

La prudenza non è mai troppa anche per i trattamenti più soft dell’eterma giovinezza, le famose punturine. «C’è un grande mercato abusivo, soprattutto asiatico, di filler e botulino – dice Malan -. Per questo raccomandiamo ai potenziali pazienti di verificare che sulla confezione della sostanza iniettabile che sta per essere somministrata sia presente il marchio CE, garanzia del rispetto degli standard di produzione e sicurezza europei». E, anche se sono ormai passati anni dallo scandalo PIP, attenzione pure alle protesi. In questo caso, è importante chiedere al chirurgo di avere l’ »etichetta» con tutte le informazioni relative a luogo, data di produzione, azienda produttrice, numero di serie, materiale ecc, in modo da avere a disposizione, in futuro, tutti i dettagli utili per tracciare i dispositivi impiantati.

Infine, meglio rinunciare in partenza all’ambizione di fare affari. Il giusto trattamento è quello proposto al giusto prezzo. Sconti eccessivi, prezzi irragionevoli (è il caso di una mastoplastica additiva a 2.000 euro) sono solo essere indicativi di un qualità che non c’è, con tante possibili conseguenze negative in futuro. 

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FonteSICPRE

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