Sanihelp.it – Siamo settimi al mondo per interventi di chirurgia estetica e trattamenti non invasivi. La notizia arriva dallo studio relativo al 2013 appena pubblicato dall’ISAPS, International Society of Aesthetic Plastic Surgery. Rispetto al 2011, anno in cui è stata eseguita la ricerca precedente, il nostro Paese ha perso una posizione (eravano sesti), ma soprattutto tanti numeri.
Cifre alla mano, infatti, il mercato della bellezza in Italia si è ridotto del 42,3%, passando da un totale di 704.910 procedure nel 2011 alle 375.256 del 2013. Le cifre, che tengono conto insieme degli interventi chirurgici e di quelli non invasivi, dipingono però forse una realtà diversa da quella che appare. «Da tempo evidenziamo una flessione – dice Riccardo Mazzola, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, SICPRE, che raccoglie l’80% degli specialisti nel nostro Paese -. Tuttavia bisogna considerare questi numeri, raccolti partendo da un numero percentualmente basso di risposte, alla stregua di una proiezione. E poi si tratta di numeri che non tengono conto di due fenomeni importanti nel nostro Paese e ancora una volta da mettere in relazione con la crisi: gli interventi chirurgici eseguiti all’estero, per risparmiare, e i trattamenti eseguiti in Italia da personale poco preparato e proposti a prezzi di saldo, in condizioni di scarsa sicurezza. Questi numeri non rientrano nello studio ISAPS, ma esistono. Il mercato è quindi sicuramente più grande di quanto non appaia ufficialmente».
Ma quali sono gli interventi preferiti dagli italiani? La classifica 2013 vede al primo posto il lipofilling, l’autotrapianto di grasso utilizzato a fini estetici per aumentare il volume di guance, zigomi e labbra, oltre che per colmare i solchi lasciati dall’età, seguito da blefaroplastica e mastoplastica additiva. Tra i trattamenti non chirurgici, invece, il primo posto spetta ai filler e il secondo alla tossina botulinica. Va esattamente al contrario nel mondo, anche per quanto riguarda il trend decisamente positivo.
In base ai dati ISAPS, infatti, nel 2013 nel mondo sono state eseguite 23 milioni di procedure, contro le 14,7 del 2011. A guidare la classifica mondiale gli Stati Uniti, seguiti da Brasile (primo per interventi chirurgici), e quindi da Messico, Germania e Spagna, Paesi che nella classifica 2011 erano rispettivamente in quinta, decima e dodicesima posizione. «In Italia la gente va meno dal dentista – dice ancora Mazzola – è ovvio che vada meno dal chirurgo plastico. Non si può prescindere dalla condizione economica del Paese e proprio questo elemento spiega la sostanziale tenuta, in Italia, degli interventi di ringiovanimento: da noi, sono soprattutto i giovani a risentire della crisi».