Sanihelp.it – La prova scientifica del fatto che la dieta mediterranea riduca il rischio di cadere in depressione è una conferma dell’importanza della tavola nel garantire il buonumore e l’allegria che caratterizza i popoli che abitano il bacino del mediterraneo rispetto a quelli nordici.
È quanto afferma la Coldiretti nel commentare i risultati della ricerca dell’équipe della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization di Adelaide in Australia, secondo la quale le diete con bassissimo contenuto di carboidrati nel lungo termine possono influire negativamente sull’umore.
Gli studiosi hanno diviso 106 adulti sovrappeso e obesi in due gruppi: uno ha seguito per un anno una dieta molto povera di carboidrati ma ricca di grassi mentre l’altro uno schema più ricco di carboidrati ma povero di grassi (come la dieta mediterranea). Dopo un anno, i pazienti avevano perso in media 13,7 Kg senza differenze tra i due gruppi ma le persone che seguivano la dieta con più carboidrati continuavano a registrare un miglioramento dell’umore, mentre quelli che facevano le dieta senza pane e pasta erano tornati verso uno stato di depressione.
Un rischio che non corrono certo gli italiani che consumano attorno ai 26 chili a persona di pasta, un valore tre volte superiore a quello di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quello di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quello di un giapponese. Un piatto di pasta su quattro consumato nel mondo è fatto in Italia, dove sono stati consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro.
L’effetto positivo per l’umore si aggiunge a quello per la salute come dimostrano recenti studi pubblicati sul British Medical Journal secondo i quali la dieta mediterranea riduce del 13% l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer, del 9% quella per problemi cardiovascolari e del 6% quella del cancro.