Sanihelp.it – Precedenti ricerche hanno dimostrato che gli adulti che soffrono di gravi depressioni, circa il 5% della popolazione statunitense, sono spesso vittime di disordini alimentari. Mancano invece dati
sulle abitudini alimentari correlate a disturbi minori, tipo la depressione lieve o l’ansia. Circa il 20% della popolazione statunitense, e la media italiana si avvicina a questa stima, è affetta da questi problemi psicologici minori.
Utilizzando i dati raccolti tramite un sondaggio telefonico su circa 3.500 adulti, da parte della multinazionale alimentare Procter&Gamble, i ricercatori hanno acquisito informazioni sulle malattie psicologiche minori, sulle abitudini alimentari e sugli eventuali metodi di dimagrimento utilizzati dai partecipanti al sondaggio. I risultati sono pubblicati nel numero di Maggio della rivista dell’American Dietetic Association.
Gli scienziati hanno rilevato che sia gli uomini sia le donne con problemi psicologici lievi, sono propensi, più del doppio, a tentativi di dimagramento disequilibrati e dannosi come il saltare i pasti, assumere pillole dimagranti, oppure, al contrario, ingeriscono cibo in quantità elevate.
Kristall ed i suoi collaboratori hanno inoltre confrontato i contenuti nutrizionali delle diete seguite dagli intervistati, che si autodefinivano “stressati o non stressati”. Dai risultati è emerso che sia per le donne sia per gli uomini, ad una quota maggiore stress corrisponde una maggiore assunzione di calorie. Nelle donne, un maggiore stress porta ad una riduzione del consumo di frutta e verdura mentre negli uomini si rileva una maggiore introduzione di grassi nella dieta.
Una ragione plausibile per spiegare la relazione psiche-dieta, potrebbe essere l’utilizzo del cibo come sollievo dai problemi che causano ansia o depressione. Secondo alcune vedute, il cibo, per le persone ansiose, avrebbe un effetto ansiolitico.
La relazione tra stress e dieta potrebbe anche essere reciproca, in quanto restrizioni dietetiche severe, potrebbero causare squilibri psicologici.; Le stesse metodiche dimagranti, se non equilibrate, portano allo sviluppo di depressione e/o ansia.
Secondo Leslie Bonci, portavoce dell’American Dietetic Association (ADA) e direttrice di medicina dello sport all’Università di Pittsburgh, la depressione spesso porta a seguire una dieta ipocalorica; i livelli di energia nel depresso sono al di sotto della norma e viene perduto l’entusiasmo per molte cose, incluso il cibo.
Una dieta ben bilanciata e l’assunzione di pasti piccoli e frequenti durante la giornata, possono aiutare a tenere sotto controllo il peso fornendo i giusti nutrienti al fisico e, in ultimo, migliorando i disturbi psicologici minori .
FONTE: Journal of the American Dietetic Association 2002