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Primo comandamento: non fumare

Sanihelp.it – Nel mondo, quasi 60 milioni di decessi all’anno sono imputabili al tabacco, e se la situazione non cambierà se ne prevedono altri 500 milioni negli anni futuri.


Il tabacco infatti è la causa principale di circa il 25-30% dei cancri nei paesi sviluppati: cancro del polmone, dell’esofago, della laringe per citare i più comuni, ma anche cancri della vescica, del pancreas, del rene, dello stomaco e del collo dell’utero fanno parte di questa triste lista.

Si tratta di tumori diagnosticati oggi, ma dovuti ad abitudini sul fumo risalenti a due decenni fa, perché purtroppo i cancri connessi con il tabacco hanno un lungo periodo di latenza. Ma questo significa anche che, intervenendo contro il fumo adesso, possiamo salvare migliaia di potenziali malati di domani.

Il tabacco può uccidere in più di venti modi, dal cancro alle cardiopatie alle malattie respiratorie in genere, ma smettere di fumare prima di aver contratto una di queste patologie, anche se si fuma da anni, evita la maggior parte del rischio successivo di decesso.

Le campagne di sensibilizzazione contro il fumo cercano di dirlo da anni, ma molti si dimostrano sordi agli avvertimenti, e la situazione si fa sempre più preoccupante, soprattutto in Europa.

Nell’Europa centrorientale si registra infatti un costante aumento dell’abitudine del fumo, soprattutto tra le donne e i giovani tra i 25 e i 39 anni.

Ma i fumatori non sono le uniche vittime dei danni causati dal tabacco: ormai ci sono prove inconfutabili che anche il fumo passivo, o fumo da tabacco nell’ambiente (ETS), abbia conseguenze negative per la salute.
Sulla base dei dati epidemiologici disponibili, l’agenzia americana di tutela dell’ambiente ha dichiarato già dal 1992 che l’ETS è un agente cancerogeno accertato per il polmone dell’uomo.


A fronte di questi dati allarmanti, l’OMS si trova a fronte a un arduo obiettivo: far sì che l’80% almeno della popolazione sia composta da non fumatori.

Per raggiungere questo traguardo è importante lavorare in primo luogo a livello sociologico, con azioni su larga scala come il divieto di pubblicità per le sigarette e l’aumento del loro prezzo, in modo da scoraggiare chi pensa di iniziare a fumare (soprattutto gli adolescenti) e da far desistere chi lo fa già.

Poi ci sono altre misure utili, come gli interventi di educazione, l’estensione delle aree con divieto di fumo, le avvertenze sul pericolo per la salute sui prodotti del tabacco, una politica di tenori minimi di catrame e nicotina nelle sigarette.

Insomma, il primo comandamento del decalogo per la prevenzione dei tumori recita: NON FUMATE, E SE LO FATE SMETTETE AL PIÙ PRESTO.

Se volete saperne di più su questo argomento, consultate il nostro speciale Smettere di Fumare

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