Un altro fondamentale concetto che deriva dal modello comportamentale è l'influenza che il corpo ha sugli stati mentali. In altri termini, se gli stati mentali influenzano le reazioni corporee, è anche vero l'inverso: lo stato fisiologico influenza lo stato mentale. Di qui l'importanza assunta nel modello comportamentale delle tecniche di rilassamento.
La terapia cognitivo-comportamentale si è occupata d’ansia e in particolare in questo contesto approfondiremo il concetto di ansia generalizzata e di attacchi di panico. I terapeuti cognitivo-comportamentali ritengono che le persone che soffrono di ansia generalizzata tendono a pensare di essere sempre in ansia.
I primi passi della terapia cognitivo-comportamentale dell'ansia generalizzata vertono sul riconoscimento di episodi o picchi di ansia legati a specifiche situazioni e/o pensieri. L'individuazione di tali pensieri, detti automatici, consente di iniziare un lavoro di approfondimento che mira a sua volta far emergere alcune convinzioni disfunzionali di fondo.
Queste convinzioni sono sottoposte a un lavoro di ristrutturazione che consiste nell'esplorazione di tali convinzioni e nella loro ristrutturazione in chiave più realistica, mettendo in discussione le convinzioni stesse, sperimentandone concretamente l'inconsistenza attraverso veri e propri esperimenti comportamentali, individuando le ipotesi alternative, e imparando a distinguere tra specifici comportamenti e giudizi globali su se stessi.
La consapevolezza e il superamento di questi pensieri disfunzionali può aiutare la persona ad affrontare la vita con meno ansia. Allo stesso modo possono essere monitorati tutti gli episodi di ansia con un diario dell'ansia in cui siano annotati i fatti e le circostanze, i pensieri, le emozioni e le sensazioni fisiche, prima durante e dopo l'episodio o il picco d'ansia.
Bibliografia
Beck, A.T., Freeman, A. (1990). Terapia cognitiva dei disturbi di personalità. Milano: Mediserve, 1993