La diarrea del viaggiatore, conosciuta anche con l’ironico nome di vendetta di Montezuma e generalmente causata dal consumo di acqua o di alimenti contaminati, colpisce dal 20 al 50% dei soggetti che si recano in Paesi con condizioni igienico-sanitarie inferiori a quelle del Paese di provenienza. A rischio gli oltre 50 milioni di viaggiatori che ogni anno si spostano da un Paese industrializzato a uno a basso tenore igienico. In alcune aree geografiche l’incidenza nei viaggiatori supera il 60% per un periodo di permanenza di 2 settimane.
In base alle condizioni igieniche, nel mondo si distinguono 3 livelli di rischio:
• aree ad alto rischio: America Latina, la maggior parte dell’Asia, Africa settentrionale, occidentale e orientale;
• aree a rischio moderato o intermedio: Europa mediterranea, paesi del Medio Oriente (in alcuni studi la Turchia risulta ad altro rischio), Cina, paesi dell’ex Unione Sovietica, Sud Africa;
• aree a basso rischio: resto d’Europa, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone.
Ma le cause non sono solo di ordine igienico-sanitario. Anche il solo cambiamento di abitudini e ritmi di vita e le diverse condizioni climatiche e ambientali (il caldo-umido sembra favorire la patologia) possono determinare la comparsa del quadro clinico. Altri fattori più personali e soggettivi quali l’età, le condizioni morbose pre-esistenti, la scrupolosità e l’attenzione nel seguire norme igieniche e comportamenti appropriati e le caratteristiche del viaggio giocano un ruolo nella genesi del disturbo.
Gli agenti patogeni responsabili sono diversi: virus, batteri, protozoi e miceti. Ogni microrganismo patogeno può provocare manifestazioni differenti. Quelli riscontrati con maggiore frequenza sono, nell’ordine, i batteri Escherichia coli produttori di enterossina (ETEC), le Shigelle, le Salmonelle, il Campylobacter jejuni, e anche i banali Escherichia coli non enterotossici, che sono ospiti abituali del nostro intestino. Oltre ai batteri, una causa frequente di diarrea del viaggiatore sono i Rotavirus, gli Enterovirus, i virus Norwalk, mentre tra i parassiti sono da ricordare la Giardia lamblia, l’Entamoeba hystolitica, i Cryptosporidium.
Il contagio avviene per via fecale-orale, in primo luogo attraverso il consumo di acqua e alimenti contaminati, ma anche attraverso la balneazione, soprattutto se effettuata in acque dolci. Il contagio diretto da uomo a uomo, attraverso contatto con mani sporche, è raro ma possibile; le mosche possono fungere da vettori passivi degli agenti infettivi, trasportandoli meccanicamente da superfici contaminate agli alimenti.
Chi è a rischio? Praticamente tutti i viaggiatori, con le dovute differenze riguardo le destinazioni e le caratteristiche del viaggio e il periodo dell’anno.