La vita frenetica a cui il mondo in cui viviamo sempre più ci sottopone è fonte quotidiana di stress, lo sappiamo bene, ma siamo anche pienamente consapevoli delle implicazioni che ciò comporta? Da un recente studio, condotto da alcuni ricercatori della Harvard Medical School di Boston, è emerso che se si conduce una vita particolarmente snervante ne vanno di mezzo le nostre funzioni cognitive e mnemoniche, e ciò anche in età non avanzata. Grazie alla ricerca, condotta su 2mila persone e pubblicata su Neurology, sono state infatti riscontrare perdita di memoria e riduzione della massa cerebrale in quei soggetti ancora relativamente giovani e ben prima che potessero essere evidenti tutti i sintomi.
Secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, coordinati da Justin Echouffo-Tcheugu, la colpa sarebbe del cortisolo: persone con alti livelli di questo ormone nel sangue hanno una memoria alterata rispetto a coloro che riportano livelli medi dello stesso ormone, anche prima di iniziare a mostrare i sintomi della perdita di memoria. Inoltre, questi soggetti evidenziano spesso anche un volume cerebrale minore rispetto alle altre persone.
Il cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali, aiuta il corpo a rispondere allo stress e per questo è spesso chiamato proprio 'ormone dello stess'. È meglio conosciuto in quanto regolatore delle nostre reazioni di 'attacco o fuga'. Quando siamo stressati e in allerta, le ghiandole surrenali producono più cortisolo. L’ormone quindi lavora chiudendo varie funzioni corporee che potrebbero ostacolare la sopravvivenza, aiuta cioè l’organismo a rispondere al meglio proprio allo stress. Una volta superata la crisi, i livelli di cortisolo dovrebbero diminuire e il sistema corporeo dovrebbe tornare alla normalità. Ma se il 'pulsante di allarme' rimane premuto, il corpo può continuare a funzionare male, causando ansia, depressione, malattie cardiache, mal di testa, aumento di peso, problemi di sonno e, appunto, problemi di memoria e concentrazione.
Per svolgere lo studio i ricercatori hanno identificato oltre 2mila persone con un’età media di 49 anni e prive di demenza. All’inizio dello studio ogni partecipante è stato valutato dal punto di vista psicologico, sul piano della memoria e sulle capacità di pensiero, capacità che sono state poi testate nuovamente otto anni dopo. Misurando i livelli di cortisolo nel sangue, si è scoperto che le persone con alti valori avevano punteggi più bassi nei test di memoria e capacità di pensiero rispetto agli altri. Quelli con cortisolo alto avevano, inoltre, un volume cerebrale totale medio dell’88,5% rispetto all’88,7% degli altri.