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Dislessia: solo un altro modo di vedere il mondo

Sanihelp.itIn occasione della Settimana Nazionale della Dislessia (6-12 ottobre) è stata lanciata la campagna di sensibilizzazione DISLESSIA. SOLO UN ALTRO MODO DI VEDERE IL MONDO presentata ufficialmente durante il  XIX Congresso Nazionale AID (Associazione Italiana Dislessia).


A indossare il simbolo della campagna, i grandi occhiali azzurri che rappresentano lo sguardo unico di chi vive con la dislessia, saranno personaggi noti del mondo dello spettacolo, della scienza, della musica, della cultura e dello sport, dislessici e non, tra cui Andrea Delogu, Giampaolo Morelli, La Pina, Gloria Bellicchi, Marco Rebor, Barbascura eXtra, 151eg (Enrico Gamba).

La campagna ha messo gli occhiali anche a tanti grandi protagonisti del passato e del presente per ricordare a tutti che si può vivere con la dislessia realizzando i propri sogni come hanno fatto: Magic Johnson, Tim Burton, Pablo Picasso, Lewis Hamilton‌, Noel Gallagher‌, John Lennon e a tanti altri ancora.

L’invito ad aderire alla campagna partirà dai canali web e social di AID e si estende a famiglie, studenti, insegnanti, cittadini di ogni età.

Chiunque può rispondere alla call collettiva applicando gli occhialoni azzurri sulla propria foto, pubblicandola sui social e taggando AID. L’obiettivo è diventare virali con un messaggiouniversale per cambiare la narrazione sui DSA, con leggerezza e consapevolezza.

La campagna vuole promuovere accettazione, racconti autentici e inclusione, abbattendo stigma e pregiudizi, trasformando gli occhialoni in un simbolo di visibilità e orgoglio. Gli occhiali azzurri saranno regalati a personalità pubbliche ma anche a gente comune in momenti speciali come la laurea e durante gli eventi locali nelle sezioni AID. In progetto anche installazioni temporanee sulle statue delle città coinvolte. Tutto questo per affermare che la dislessia non è un limite, ma un punto di vista speciale sul mondo. Basta solo saperlo vedere. Nell’ultimo biennio e il dato non può passare inosservato,  le diagnosi di dislessia nelle regioni del sud sono state poche e tardive. I dati del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito)  dicono che sono ferme al 2,8% – più della metà in meno di quelle effettuate nelle regioni del nord-ovest dove le certificazioni sono al 7,9%, seguite da quelle delle regioni del centro e del nord-est al 6,1% e 6,7%. A 15 anni dall’entrata in vigore della Legge 170, purtroppo,  emerge ancora che questo ritardo si riferisce alle scuole primarie dove le certificazioni sono 49.418 mentre è stato registrato un salto significativo di 112.210 diagnosi alla secondaria di I grado e 192.941 alla secondaria di II grado (AS 2022/2023). Questo significa che il SSN spesso non è in grado di supportare in maniera geograficamente omogenea le esigenze delle fasce più deboli e che solo dove le direttive regionali lo consentono si crea una adeguata rete di servizi (pubblici, convenzionati e/o accreditati) e si investe su campagne di screening funzionali e continuative, per garantire una presa in carico soddisfacente.

«L’Italia dei DSA è un’Italia a due velocità. Se non facciamo squadra per creare la cultura giusta per approcciarsi ai disturbi dell’apprendimento senza pregiudizi, non otterremo mai il risultato di avere diagnosi e prese in carico tempestive ed efficaci – ha tenuto a sottolineare la Presidente AID, Silvia Lanzafame – è necessario sostenere la scuola pubblica nell’affrontare con gli strumenti giusti i bisogni specifici degli studenti con DSA. Se non facciamo in fretta – migliorando ciò che nella legge 170 non ha funzionato – il rischio di lasciare indietro molte persone è reale. Il ritardo diagnostico non va sottovalutato, perché significa che tanti bambini e bambine passano anni della loro vita scolastica senza comprendere le loro difficoltà provando frustrazione e senso di inadeguatezza». 


 

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