Sanihelp.it – Circa il 60% del peso corporeo di un adulto è composto da acqua, un dato che suggerisce quanto questo elemento sia fondamentale per l’organismo umano.
L'acqua infatti è un costituente fondamentale non solo per mantenere attiva ed in salute ogni cellula del corpo, ma anche per favorire lo svolgimento di funzioni essenziali per la vita come il trasporto di sostanze nutritive e ossigeno nei tessuti, l’eliminazione dei prodotti di scarto ottenuti dai processi metabolici, la regolazione della temperatura corporea, la fluidificazione del sangue e così via.
Considerando che il corpo non è in grado di immagazzinare grandi riserve d’acqua e che, in condizioni normali, registra perdite giornaliere di circa due litri, «mantenere un giusto bilancio idrico (rapporto tra le entrate e le uscite di acqua) è fondamentale per conservare un buono stato di salute nel breve, nel medio e nel lungo termine – spiega la professoressa Rondanelli, professore associato in Scienze e tecniche dietetiche applicate presso l’Università di Pavia – Modifiche anche minori della composizione dei fluidi dell’organismo non sono tollerate, e attivano immediatamente meccanismi di compenso basati essenzialmente sull’assunzione (processo della sete) o sull’eliminazione (urine, sudori) di liquidi».
Ma nonostante sembrino tutte uguali, in realtà esistono diverse tipologie di acqua, che differiscono in base alla loro composizione ed in particolare alla quantità di residuo fisso (cioè dei minerali rimanenti a seguito dell’evaporazione dell’acqua a 180°) contenuto.
Un residuo fisso minore di 50 milligrammi per litro porta alla definizione di acqua minimamente mineralizzata, una quantità di sali minerali compresa tra 50 e 500 milligrammi per litro caratterizza l’acqua oligominerale, un residuo fisso tra 500 e 1500 designa una mediominerale, mentre un contenuto maggiore ai 1500 milligrammi per litro è indice di un’acqua ricca di sali minerali.
Ma come scegliere l’acqua più adatta alle diverse esigenze? Partendo proprio dalla lettura dell’etichetta!
Se in uno stato di buona salute è possibile scegliere in base ai propri gusti (optando quindi anche per la scelta di un’acqua gasata), in presenza di particolari condizione mediche è invece consigliabile assumere particolari tipologie di acqua.
«L’acqua contenente solo un minimo di minerali inorganici, ad esempio, è consigliata in tutte le situazioni in cui è necessario un grande ricambio di liquidi e un’attivazione maggiore della diuresi, ovvero nell'infezione delle vie urinarie, nelle calcolosi renali e nelle patologie correlate – spiega la professoressa Rondanelli – Un’acqua povera di minerali è altresì indicata, in associazione ad una dieta iposodica, per la gestione dei soggetti ipertesi».
Anche nella preparazione di zuppe, risotti e tisane, nonché nella reintegrazione del latte in polvere per neonati è consigliabile l’impiego di acque minimamente mineralizzate, che non interferiscono con le caratteristiche e le proprietà degli alimenti.
Per tutti invece vale il consiglio di assumere almeno un litro e mezzo o due di acqua al giorno, preferendo acqua tiepida o calda (ma non fredda: non lascerebbe lo stomaco senza aver prima raggiunto la temperatura corporea) così da idratare l’organismo più velocemente.