Sanihelp.it – Istituita nel 2009 da Unicef e World Health Organization, la Giornata Mondiale contro la Polmonite ha l’intento di aumentare la consapevolezza sulla patologia ma anche di promuovere interventi volti a proteggere, prevenire e curare la malattia spingendo istituzioni e governi ad intraprendere azioni decisive per combatterla.
La polmonite è una malattia del sistema respiratorio causata da un’infezione più spesso virale o batterica; al giorno d'oggi è una malattia molto diffusa che colpisce circa 450 milioni di persone l'anno in tutte le parti del mondo, anche se i casi di polmonite si verificano circa cinque volte più frequentemente nei paesi in via di sviluppo piuttosto che nei paesi occidentali.
Sono quattro le tipologie di polmonite: la polmonite batterica è la più comune ed è causata da batteri come lo Streptococcus pneumoniae, l’Haemophilus influenzae, lo Staphylococcus aureus, il Mycoplasma pneumoniae, e altri. La polmonite virale, più rara di quella batterica, è più frequente nei bambini. Gli agenti patogeni più comuni possono essere il virus respiratorio sinciziale e, a volte, i virus influenzali di tipo A e B. La Polmonite fungina è causata da infezioni fungine, questo tipo di polmonite è rara e colpisce quasi esclusivamente le persone con sistema immunitario compromesso.
C'è infine la polmoniti ab ingestis: in questo caso a causare la polmonite è l’aspirazione (prima nelle prime vie aeree e poi nei polmoni) di sostanze estranee solide, liquide o gassose, come cibo o succhi gastrici. L’aspirazione può provocare due tipi di polmonite: chimica, come nel caso dell’aspirazione dei succhi gastrici, o infettiva, perché causata da batteri presenti negli aspirati gastrici.
«A differenza di quanto si riteneva in passato, i polmoni non sono organi sterili» spiega la dottoressa Roberta Lanza, Farmacista e Scientific Advisor, Schwabe Pharma Italia «ma ospitano un proprio microbiota e sono influenzati da segnali microbici provenienti da siti distali del corpo, come l’intestino».
«Il microbiota è l'insieme di microrganismi come batteri, virus, funghi e protozoi che vivono nel corpo umano. Questi microrganismi, localizzati in tutte le mucose del corpo, sono importanti per mantenere in equilibrio l’organismo e sostenere il sistema immunitario. Diversi studi ex vivo hanno dimostrato che il microbiota protegge da vari problemi di salute, compresi disturbi metabolici e malattie infiammatorie e infettive nell'intestino, sulla pelle e nei polmoni» continua Lanza.
I polmoni di individui sani ospitano un microbiota, i cui principali componenti batterici includono Prevotella, Streptococcus e Haemophilus. La colonizzazione delle vie aeree inizia immediatamente dopo la nascita e, entro 7 settimane, il microbiota polmonare dei bambini diventa simile a quello degli adulti sani. Tuttavia, nelle malattie respiratorie il microbiota polmonare sembra essere alterato.
«L'equilibrio tra il corpo e il microbiota» prosegue la specialista «è molto sensibile a fattori come i geni, l'uso di antibiotici, la dieta, allergeni o agenti infettivi, che possono alterare il microbiota e causare disbiosi (squilibrio). La disbiosi può peggiorare le malattie o aumentare il rischio di nuovi problemi di salute». «Studi dal 2010 hanno mostrato che il microbiota polmonare subisce delle variazioni in malattie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, la fibrosi cistica e l'asma, influenzando la salute respiratoria. Non solo,il microbiota intestinale può influenzare l'immunità polmonare attraverso una correlazione diretta definita »asse intestino-polmone» continua l’esperta.
I principali mezzi di comunicazione tra i batteri intestinali e i polmoni sono componenti microbici, come peptidoglicani, e metaboliti, inclusi acidi grassi a catena corta. Queste molecole vengono trasportate attraverso il sangue e regolano la risposta immunitaria a livello polmonare. Ma l’intestino e i polmoni possono comunicare anche attraverso la migrazione diretta delle cellule immunitarie dall’intestino al tratto respiratorio.
Il concetto virtuoso che si evince alla base dell’asse intestino-polmone è che il microbiota intestinale influisce sul sistema immunitario nelle malattie respiratorie e per questo diventa una via di integrazione utile per il benessere delle vie respiratorie.
Si è scoperto infatti che la disbiosi influisce negativamente anche sul microbiota a livello polmonare e che l'uso di ceppi specifici di probiotici, portano ad un benessere intestinale ma anche polmonare e risultano efficaci nella gestione dei disturbi delle vie respiratorie.
Una buona strategia è dunque utilizzare ceppi probiotici selezionati con sostanze naturali che abbiano dimostrato di ridurre l’insorgenza e l’intensità delle infezioni delle vie respiratorie.
In uno studio di recente pubblicazione sono stati esaminati due integratori a base di immunobiotici, ovvero probiotici con evidenze scientifiche sulla efficienza immunitaria, uno per adulti con Bifidobacterium lactis Bl 04 ß-glucani e micronutrienti, e uno per bambini con Lactobacillus rhamnosus CRL 1505 ed estratto di sambuco, acerola, zinco e vitamine.
«Lo studio» precisa la dottoressa Lanza «ha dimostrato che entrambi i prodotti aiutano le cellule del sistema immunitario a la produzione di citochine pro- e anti-infiammatorie importanti per combattere le malattie. Le formulazioni testate si sono dimostrate efficaci nel migliorare l’efficienza del sistema immunitario, con i probiotici che stimolano le difese anche a basse dosi e i composti naturali che aumentano l'efficacia in modo sinergico».
Questi prodotti sono adatti per sostenere le difese immunitarie senza usare farmaci, con pochi effetti collaterali.
L’asse intestino-polmone apre quindi nuove frontiere per la salute respiratoria, offrendo opportunità innovative per rafforzare il sistema immunitario e prevenire le infezioni. L'integrazione di probiotici selezionati e sostanze naturali può rappresentare una svolta nella gestione delle malattie respiratorie, garantendo una protezione sicura ed efficace. Investire nella salute del microbiota non solo favorisce il benessere delle vie respiratorie, ma contribuisce a un equilibrio globale dell'organismo.