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Nell’intestino la chiave per battere i tumori

Tumori: prevenzione e terapie

Sanihelp.it – «Si chiama microbiota l'insieme di tutti i microrganismi (batteri, virus, funghi e protozoi) che vivono nel nostro corpo e microbioma il patrimonio genetico di questi microrganismi» spiega Giorgio Trinchieri, direttore del Programma di ricerca su infiammazione e cancro del National Institute of Health di Bethesda, negli Stati Uniti. 


Il microbiota intestinale di un singolo individuo è formato da numerosissime specie diverse, presenti in proporzioni variabili. 

In un adulto la sua composizione è relativamente stabile, anche se può essere alterata da fattori quali alimentazione, stile di vita, stato di salute, infezioni e terapie antibiotiche. 

A sua volta, il microbiota influenza diversi meccanismi dell’organismo, tra cui la risposta alle terapie immunologiche anticancro. Si tratta di anticorpi che si legano a molecole che inibiscono la risposta dei linfociti T. Eliminando questo freno, i linfociti T tornano in grado di uccidere le cellule tumorali. 

Purtroppo solo una percentuale dei pazienti risponde a questa terapia. 

Alcuni ricercatori hanno scoperto che uno dei meccanismi di resistenza dipende dal microbiota del paziente.

Di solito l’organismo e i suoi piccoli abitanti vivono in equilibrio, in quanto essi aiutano mediante la sintesi di alcune vitamine e favoriscono la funzione digestiva, e in cambio trovano di che nutrirsi.


Le modificazioni nel microbiota che alterano l'equilibrio tra l'organismo ospite e i microbi sono chiamate disbiosi.

In questi casi, alcune specie che compongono il microbiota prendono il sopravvento su altre. Poiché alcune di esse sono benefiche e altre sono in grado di favorire l’insorgere di patologie, la disbiosi potrebbe diventare un fattore di rischio per l’organismo. Per esempio, studi condotti su pazienti affetti da tumore del colon-retto hanno rivelato che il loro microbiota è molto diverso da quello dei soggetti sani.

Questi studi potranno portare a nuovi approcci per analizzare i pazienti e curarli con l’immunoterapia giusta, ma anche aiutarli con l’alimentazione, il trapianto di microbatteri fecali, la somministrazione di batteri benefici.

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