Sanihelp.it – Le cure anti-tumorali presentano spesso effetti collaterali importanti, molti dei quali a carico dell’apparato gastro-intestinale. Diarrea, nausea, vomito e perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Solo il 24% però chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% tenta di cavarsela da solo, senza rivolgersi agli specialisti. Un paziente su quattro invece si affida ai consigli di conoscenti o familiari.
Il quadro emerge da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore, i cui risultati sono stati presentati in occasione del convegno nazionale Qualità di vita del paziente oncologico: alimentazione e nuove terapie, organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro.
Spiega il professor Francesco Cognetti, presidente della Fondazione: «Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante sia dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei batteri amici in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. È necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti».
L’Istituto Tumori Regina Elena di Roma sta conducendo il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro.
Un altro sondaggio, che ha visto il coinvolgimento di oltre 540 oncologi italiani, ha rivelato come per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzino negativamente l’adesione del paziente ai trattamenti. «Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità», ha aggiunto il professor Giorgio Scagliotti, Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino.