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Leucemia: più lenta con vitamina D

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Sanihelp.it – Mantenere nella norma i livelli di vitamina D aiuta a rallentare la progressione della leucemia. Ad affermarlo è Tait Shanafelt che, insieme a un gruppo di colleghi statunitensi, ha recentemente pubblicato sulla rivista Blood i risultati di uno studio durato tre anni e condotto su circa 400 pazienti con leucemia linfocitica cronica.


Misurando i livelli di vitamina D di tutte le persone che hanno preso parte allo studio, Shanafelt ha verificato che circa un paziente su tre (30%) mostrava valori troppo bassi, meno di 25 nanogrammi per millilitro, al momento della diagnosi di leucemia e che per questo gruppo aumentava del 66% la probabilità di una progressione della malattia e di un ricorso alla chemioterapia. Inoltre, in caso di bassi livelli di vitamina D al momento della diagnosi, raddoppiava il rischio di morire a causa della leucemia, mentre aumentando la concentrazione della vitamina presente nell’organismo, si allungava la sopravvivenza dopo la diagnosi.

«Si tratta di dati importanti sia per i pazienti sia per i medici», afferma lo studioso e ricorda che la leucemia linfocitica cronica colpisce in genere gli adulti e prevede una prima fase di vigile attesa e di sola osservazione, seguita da chemioterapia nel momento in cui si presentano i sintomi. «Questo tipo di strategia non è semplice da accettare per il malato, che si sente impotente di fronte alla malattia e teme che il tumore possa progredire». Misurare, ed eventualmente correggere, i livelli di vitamina D può rappresentare un passo importante per migliorare le possibilità di convivere con il tumore.

In conclusione: «La vitamina D potrebbe rappresentare il primo fattore di rischio monitorabile e modificabile che ci permette di intervenire direttamente sull’andamento della malattia nella leucemia linfocitica cronica».

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FonteAIRC

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