Sanihelp.it – Sempre più spesso nel caso di una complessa diagnosi come quella di cancro, il paziente desidera un altro parere oltre quello del medico che lo ha in cura. Questo bisogno psicologico è assolutamente comprensibile, un tempo però veniva considerato un atto di sfiducia, talvolta offensivo, nei confronti del primo curante. La sempre maggiore specializzazione della medicina ha fatto sì che oggi medici stessi ricorrano, con sempre maggior frequenza, all’opinione di un collega che magari ha incontrato più casi affetti da una data malattia. Poter contare su più di un’opinione è un diritto del paziente, non un lusso: è importante però scegliere con attenzione il referente, affinché il secondo parere possa avere una reale utilità.
Si ricorre a un secondo parere soprattutto in ambito oncologico. Non sempre però questo semplifica le cose, come spiega Robert Klitzaman, psichiatra al Medical Center della Columbia University: «Il secondo parere ha indubbiamente salvato molte vite e sta acquisendo sempre più importanza anche per la crescente attenzione sugli errori medici. Ma, va detto, può essere scomodo sia per il medico sia per il paziente, e se ne sa ancora davvero poco. Alcuni studi hanno esaminato la frequenza e l’efficacia dei secondi pareri in relazione a procedure invasive come la biopsia e la chirurgia dei tumori. Per il 30% dei pazienti che volontariamente richiedono il secondo parere e per il 18% di richieste che provengono dalle compagnie assicurative, il secondo medico risulta essere in disaccordo con il primo».
Affidarsi a un medico di fiducia è fondamentale, però in alcune circostanze e per certi tipi di tumore difficili da diagnosticare, il ricorso al secondo parere può davvero essere di grande utilità. È consigliabile confrontarsi con un altro medico in caso di diagnosi importanti, di interventi chirurgici invasivi e in generale in tutti quei casi in cui la vita della persona è esposta a un serio rischio. Se usato con buon senso, dunque, il secondo parere aumenta la probabilità di fare delle diagnosi più accurate e quindi anche di suggerire cure più appropriate.