Sanihelp.it – Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione e alla cura del tumore al seno. È infatti importante sottolineare ancora una volta l’importanza di conoscere i fattori di rischio, le strategie preventive che si possono mettere in atto, i sintomi e quali controlli devono essere fatti e quando. Tutti strumenti che possono diminuire il rischio di insorgenza tumorale o aumentare le probabilità di esito positivo in caso di diagnosi.
Come spiega Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione Umberto Veronesi e Direttore della Chirurgia Senologica Integrata dell'Istituto Europeo di Oncologia: «Prima viene diagnosticato un tumore al seno, maggiori sono le probabilità di guarigione, che possono arrivare fino al 98% se il tumore è identificato in fase preclinica, ovvero quando non dà ancora sintomi evidenti ed è al di sotto di un centimetro di dimensione».
Ma quanto sono informate e consapevoli le donne italiane e cosa fanno per proteggere la propria salute? Questa importante domanda è stata al centro di un sondaggio effettuato dalla Fondazione Veronesi con la collaborazione di AstraRicerche e che ha coinvolto oltre mille donne sparse su tutto il territorio nazionale tra i 18 e i 65 anni.
La consapevolezza sull’impatto del tumore al seno è abbastanza diffusa in tutta Italia, il 94% delle donne sa che il tumore al seno è quello più diffuso nel sesso femminile; tuttavia, ben il 64% pensa che il secondo più diffuso sia quello alle ovaie, che in realtà è responsabile solo del 3.7% di tutti i tumori che colpiscono le donne (dopo la mammella, i tumori più frequentemente diagnosticati in Italia sono quelli del colon-retto, del polmone, del corpo dell’utero e della tiroide).
Meno della metà delle donne (48%) ha una conoscenza discreta del tumore al seno, sono poco più del 15% quelle ben informate. Oltre il 60% delle ragazze tra i 18 e i 24 anni però ha una conoscenza bassa o nulla del tumore al seno.
Preoccupante poi la persistenza di alcuni falsi miti sul tumore al seno: il 22% delle donne crede ancora che il deodorante e la depilazione alle ascelle aumentino il rischio di malattia. 9 donne su 10 sanno che uno dei principali fattori di rischio è la predisposizione genetica, mentre solo il 56% sa che i rischi aumentano anche in caso di comportamenti non salutari come alimentazione scorretta, sedentarietà e fumo.
Le donne italiane si rivelano molto incostanti nella prevenzione secondaria: solo il 56,4% dichiara di sottoporsi periodicamente agli esami di controllo medici, come mammografia, ecografia mammaria e visita senologica. Le motivazioni? Il 40% dichiara che non ci pensa o se ne dimentica, mentre il 21% dichiara di non sapere cosa fare e il 25% lamenta costi eccessivi. Tuttavia risulta che le donne spendono più del doppio in viaggi e vacanze e abbigliamento di quanto spendano in controlli per la salute.
«I controlli periodici individuali devono iniziare già a 30-35 anni con un’ecografia mammaria annuale e dai 40 anni anche con una mammografia annuale, l’unico esame in grado di identificare ad esempio le micro-calcificazioni che sono spesso una spia di una iniziale lesione tumorale. L’età dai 30 ai 50 anni è in effetti la più delicata dal punto di vista diagnostico, poiché coesistono tutte le patologie, benigne (fibroadenomi, cisti, displasia) ma anche neoplastiche», spiega Paolo Veronesi.