Sanihelp.it – Sono stati presentati i primi risultati del progetto PerSTEP – Percorso Teorico Pratico in ambito uro-oncologico, realizzato dalla Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) e dal Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO).
«In un momento in cui il servizio sanitario nazionale è al centro dell’attenzione per tagli e revisioni – afferma Giario Conti, Presidente SIUrO – il progetto PerSTEP rappresenta un investimento controcorrente di risorse ed energie che si pone l’ambizioso obiettivo di riorganizzare la gestione del paziente con carcinoma prostatico, generalmente monodisciplinare, secondo la logica multidisciplinare e di creare un modello ripetibile in altri ospedali italiani».
Un uomo su 16 di età superiore ai cinquant'anni è a rischio tumore prostatico e a oggi sono circa 217.000 gli italiani che convivono con la malattia. I carcinomi prostatici rappresentano il 20% di tutte le diagnosi di tumore in Italia; se negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento del 53% dei casi, la mortalità è però diminuita del 10%, grazie a una maggiore prevenzione, nuove terapie e farmaci di ultima generazione.
Roberto Labianca, Presidente CIPOMO, aggiunge: «Per i pazienti affetti da tumore alla prostata la multidisciplinarità rappresenta un approccio vincente che vede urologi, oncologi, radioterapisti, patologi e psicologi lavorare in sinergia nell'ottica di una migliore gestione del paziente. Inquadrare e concordare le decisioni e proposte terapeutico-osservazionali sui diversi casi permette, infatti, di porre il paziente al centro del processo di cura, garantendo informazioni esaustive, obiettive e non contraddittorie sulle opzioni disponibili, ed evitando consulenze multiple».
Gli Ospedali Riuniti di Bergamo, il Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna, l’Ospedale Sant’Anna di Como e l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano sono le quattro realtà, completamente diverse per tipologia di pazienti, modalità lavorative e modelli organizzativi, che hanno deciso di mettersi in gioco aprendosi al confronto: un primo passo verso altri Paesi come Stati Uniti, Germania, Inghilterra e Olanda dove la sinergia e la collaborazione multidisciplinare sono applicate di routine.
I primi risultati sono positivi e i quattro centri coinvolti sono a oltre il 40% di realizzazione del progetto, con picchi fino al 75% per quanto riguarda l’Ospedale Sant’Anna di Como e al 100% per l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.