Sanihelp.it – Lo scorso 14 gennaio Stefano Tacconi è tornato ospite di Silvia Toffanin, nel salotto televisivo di Verissimo. La prima volta, a inizio novembre 2023, si era presentato sulla sedia a rotelle, poi, alla fine dello stesso mese, con le stampelle e ora, finalmente, è entrato in studio camminando con le proprie gambe: una chiara testimonianza del percorso di riabilitazione compiuto in questi mesi dopo l’aneurisma cerebrale affrontato ad aprile 2022.
Anche se i progressi sono tangibili, non sarà possibile tornare alla vita di prima, ha spiegato in questa occasione l’ex portiere: « La vita di prima? Sicuramente no… Ho la gamba che non funziona bene, ho una trombosi: devo aspettare febbraio per vedere se riesco ad evitare un'operazione, sarebbe meglio. Deve sciogliersi una parte della vena, chiusa in 3 parti. Vediamo a febbraio se devo operarmi o no… ».
Una trombosi venosa consiste nella formazione di coaguli di sangue, detti appunto trombi, all’interno di una vena e solitamente colpisce proprio le gambe. Il rischio maggiore è che il coagulo si distacchi dalla parete venosa e raggiunga i polmoni bloccando il flusso sanguigno locale e causando quindi un’embolia polmonare.
La formazione di un trombo venoso può essere associata ad alterazioni della parete vascolare o del flusso sanguigno. Tra i fattori che possono aumentare il rischio di trombosi c’è anche il rimanere a lungo seduti o sdraiati, per esempio per un ricovero in ospedale. «Non so quando sia arrivata questa trombosi, non me lo ricordo, forse durante il coma» riferisce in proposito Tacconi. In genere, come si legge sul portale dell’istituto Humanitas, la cura è basata sull’utilizzo di farmaci anticoagulanti che vanno somministrati per un tempo sufficiente lungo, la cui azione deve portare alla completa riapertura del vaso che si era chiuso a causa del trombo. Solo raramente è necessario l’intervento chirurgico.