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Donne: 160 milioni senza accesso ai contraccettivi

Anticoncezionali

Sanihelp.it – La percentuale di donne in età riproduttiva che fa ricorso a metodi anticoncezionali moderni, farmaci o presidi, è aumentata negli ultimi decenni, passando da un 28% registrato nel 1970 al 48% del 2019: a rivelarlo uno studio internazionale coordinato dalla University of Washington a Seattle e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet. I tipi di metodi contraccettivi utilizzati variano in base all'area geografici: i più usati in America Latina e nei Caraibi sono stati la sterilizzazione femminile e i contraccettivi orali, mentre la pillola anticoncezionale orale e i preservativi sono i più usati nei Paesi ad alto reddito. Lo Iud (la spirale) e i preservativi sono risultati i metodi più utilizzati in Europa centrale, Europa orientale e Asia centrale, mentre la sterilizzazione femminile ha rappresentato oltre la metà dell'uso complessivo dei metodi contraccettivi nell'Asia meridionale.


Mentre nel 1970 più di una donna su 2 che voleva accedere alla contraccezione non trovava risposta, oggi la percentuale è scesa al 21%. Nonostante l’aumento della quota di domanda soddisfatta, è ancora ampia la fetta delle escluse: nel 2019, infatti, sono state ben 163 milioni le donne rimaste senza contraccezione su un totale di 1 miliardo e 200 mila che hanno dichiarato di averne bisogno.

Lo studio rileva, inoltre, che sono in particolare le donne nelle fasce di età comprese tra 15 e 19 anni e tra 20 e 24 anni ad avere i tassi più bassi di domanda soddisfatta a livello globale, rispettivamente al 65% e al 72%. In pratica 43 milioni di giovani donne e adolescenti nel 2019 non hanno avuto accesso ai contraccettivi di cui avevano bisogno. A livello geografico, invece, quelle che incontrano maggiori difficoltà sono quelle che vivono nell’Africa subsahariana e nell'Asia meridionale.

Non avere accesso ai contraccettivi di cui sentono il bisogno per queste donne non significa semplicemente essere esposte a una gravidanza indesiderata, ma può interferire sulla loro realizzazione sociale e lavorativa, come hanno evidenziato i ricercatori per voce di Annie Haakenstad, della University of Washington: «Ė importante sottolineare che queste donne traggono vantaggi dall'uso di contraccettivi, poiché ritardare la nascita di figli può aiutarle a rimanere a scuola e ad accedere al mondo del lavoro. Questo può portare a benefici sociali ed economici che durano per tutta la vita ed è un fattore essenziale per una maggiore equità di genere».

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FonteAnsa

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