Sanihelp.it – Il tè è la bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua: secondo la FAO, ogni anno ne vengono bevuti circa 300 miliardi di litri, e ne esistono ben 1.500 tipologie differenti.
Quali sono le preferenze degli italiani in fatto di tè? Lo gradiscono caldo o freddo, nero o verde?
A fornire un quadro sull’argomento ci ha pensato Everli – il marketplace della spesa online – che ha analizzato gli ordini effettuati sul sito e via app nel corso del 2022 in Italia.
In Lombardia e in Veneto si opta per il fai-da-te e si acquista maggiormente il tè in formato bustina: entrambe le regioni annoverano infatti due province nella top 10 di quelle con la spesa maggiore per questa categoria di prodotto, rispettivamente Milano (2° posto) e Varese (10°), Padova (4°) e Verona (7°).
Al contrario, il tè in bottiglia è maggiormente consumato in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia.
Gli italiani che preferiscono il tè in bustina sembrano tutti concordi sulla tipologia preferita: il tè nero.
Entrando maggiormente nel dettaglio, nelle province lombarde, emiliane e romagnole sembra esserci una predilezione particolare per i sapori speziati e fruttati propri della miscela di tè nero di Ceylon e di Assam, mentre in Veneto si beve maggiormente il tè nero aromatizzato al limone (il più acquistato dai veronesi) o al bergamotto (il preferito a Treviso).
Al secondo posto nel cuore – e nelle tazze – del Bel Paese c’è il tè verde, che con il suo sapore agrumato si è fatto spazio nei carrelli della spesa online, soprattutto a Milano, Trieste e Genova. Infine, c’è chi non vuole rinunciare a una tazza di tè ma neanche eccedere con la caffeina, per questo la terza tipologia di tè più acquistato è quello deteinato, comprato in particolar modo a Roma, Milano e Bologna.
Nella sempre viva »lotta» tra chi preferisce il tè freddo al limone e chi quello alla pesca, sembra non ci siano dubbi: è il tè in bottiglia al limone a vincere.
La Dottoressa Francesca Maria Laguzzi, nutrizionista di MioDottore tiene a precisare riguardo al tè: «Contiene sostanze come polifenoli, in particolare catechine e flavonoli, che hanno la capacità di alterare la patogenesi di alcune malattie grazie alle loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiproliferative, antibatteriche e antivirali- ecco perché anggiunge la nutrizionista- il consumo di tè è associato a una riduzione delle patologie cardiovascolari, alla modulazione della glicemia, alla promozione della digestione, a un effetto tonico e alla protezione da patologie neurodegenerative».
Forse è proprio perché si tratta di una bevanda con molti benefici per l’organismo e consumata fin dall’antichità che, negli anni, attorno al tè si sono creati alcuni falsi miti.
A questo proposito, la nutrizionista di MioDottore fa luce su 5 credenze ricorrenti:
Il tè non fa dimagrire ma, poiché più salutare di altre bibite zuccherate o gassate, è possibile annoverarlo tra le bevande dietetiche, sempre che non venga arricchito con zucchero, miele o sciroppi.
Bere tè con il limone non ne potenzia gli effetti positivi, può però essere un buon espediente per stimolare la funzionalità epatica, soprattutto se consumato appena alzati prima della colazione.
Il tè deteinato non è sempre la scelta più salutare, perché potrebbe essere prodotto tramite l’utilizzo di solventi non propriamente salutari.
Il tè verde non è per tutti, anzi può interferire con il metabolismo di determinati farmaci, poiché le catechine in esso presenti inibiscono degli enzimi, come il CY3A4.
Il tè non è dannoso per la salute epatica, o meglio, le normali quantità di assunzione non ne compromettono la funzionalità, ma è bene non esagerare: la presenza di tannini può interferire con la corretta assunzione del ferro, soprattutto se lasciato a lungo in infusione.