Advertisement
HomeDietaGli italiani? Amano la convivialità

Gli italiani? Amano la convivialità

Sanihelp.it – Seguire la Dieta Mediterranea non significa solo rispettare le indicazioni della Piramide Alimentare e portare in tavola gli alimenti secondo la stagionalità, significa anche consumare il pasto principale a pranzo e, il secondo per importanza a cena, condividendolo con i propri cari.


Due studi internazionali, presentati in occasione della conferenza Let’s Talk About Food & Science promossa dal Gruppo Barilla, si sono focalizzati  sui benefici per la salute della convivialità e del mangiare in compagnia.

La prima ricerca condotta presso  l’Università del Minnesota pubblicata sulla rivista Family, System and Health ha analizzato abitudini e riti quotidiani in Italia, Germania e Stati Uniti, raccogliendo dati relativi a  oltre 1.000 partecipanti per ciascun Paese. La ricerca è stata realizzata  in collaborazione con il Gruppo Barilla e ha rivelato che  chi mangia più spesso in compagnia si dice meno stressato – specie tedeschi e italiani – e, a fine pasto, sentono di poter contare (soprattutto americani e tedeschi) su un umore migliore per il resto della giornata.

Nello studio è stato possibile riscontrare correlazioni positive significative tra la frequenza dei pasti condivisi e il rafforzamento dei legami sociali in tutti e tre i Paesi analizzati.

 

Un’altra notizia positiva è che la convivialità è un fenomeno globale e non solo mediterraneo, pur con qualche differenza: dichiara di consumare sei o più pasti a settimana in famiglia o con gli amici il 50% degli intervistati, con punte del 74% in Italia, dato che conferma il Bel  Paese leader della convivialità.

All’altro estremo di questa classifica si posizionano gli Stati Uniti: un americano su 10 ammette di non mangiare mai assieme ad amici o familiari e 3 su 10 non fanno più di 2 pasti a settimana in famiglia.

E la tecnologia?

Le tavole sono sempre più digitali: il 20% degli italiani condivide sui social media foto del pasto, tanto quanto gli americani e più spesso dei tedeschi, un’abitudine tollerata dai commensali purchè non ci si intrattenga in videocall o telefonate.

 

Il secondo studio presentato, invece, è una scientific review italiana realizzata da Elisabetta Bernardi, Nutrizionista dell’Università di Bari e divulgatrice scientifica e Francesco Visioli, Professore Associato di Nutrizione Umana, Dipartimento di Medicina Molecolare, Università di Padova, che ha confermato che la condivisione del pasto riduce il rischio di depressione, ansia e altre condizioni di salute mentale e fisica come malattie cardiache, ictus, diabete.

Stando allo studio, i nuclei familiari che consumano insieme i pasti tendono ad avere una dieta più sana e i loro membri hanno meno probabilità di essere in sovrappeso o obesi. In particolare, i bambini che sin dalla tenera età sono cresciuti con genitori abituati al consumo di frutta e ortaggi saranno più propensi a integrare questi alimenti nella propria dieta quotidiana.

 

Non solo: i due studiosi riportano evidenze secondo le quali i bambini che consumano i pasti in famiglia hanno un rischio minore di obesità, migliori risultati scolastici e sono meno stressati e ansiosi.

La partecipazione ai pasti con amici e familiari crea anche un ambiente favorevole allo scambio di esperienze, migliorando così la qualità della comunicazione.

Dunque, la convivialità, caratterizzata da interazioni sociali gioiose e armoniose, sarebbe alla base del benessere individuale e collettivo

 

Video Salute

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...