Sanihelp.it – Un recente studio dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma e dell’INSERM-Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale di Tolosa lascia intravedere nuove possibilità diagnostiche per l’identificazione precoce della malattia di Parkinson. La ricerca ha evidenziato la possibilità di distinguere i soggetti che ne sono affetti da quelli sani grazie a un particolare esame di risonanza magnetica, con oltre il 95% di affidabilità.
Esaminando attraverso la risonanza magnetica un gruppo di 52 individui (30 affetti da Parkinson e 22 sani), è stata individuata una combinazione di tre indici della composizione del tessuto cerebrale che è risultata anomala nel nucleo striato e nella sostanza nera dei soggetti affetti dalla malattia.
Da notare che con un esame classico di RMN il nucleo striato e la sostanza nera risultano normali anche nei soggetti parkinsoniani, mentre con un apparecchio e un programma dedicato – come quelli con cui è stata condotta la ricerca – è possibile evidenziarne le alterazioni.
Identificare precocemente tali alterazioni permetterebbe di prescrivere con maggiore anticipo una terapia basata su farmaci neuroprotettori che, pertanto, potrebbero dimostrarsi maggiormente efficaci e favorire lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche.