Sanihelp.it – Nonostante sia stato introdotto alle Olimpiadi di recente (a Barcellona nel 1992), il badminton ha radici molto antiche ed è il primo sport a racchetta praticato. Le prime tracce del gioco risalgono addirittura a vasi cinesi del 500 a.C. Il gioco arriva poi in Europa e il nome proviene da quello di un castello inglese, in cui un duca era solito praticarlo.
Sebbene l’opinione comune lo consideri un passatempo estivo da spiaggia, questo sport è il terzo al mondo per numero di persone che lo praticano. A cosa si deve tanto successo?
Il badminton si gioca con racchetta e volano, la famosa pallina con le piume (da cui prende anche il suo nome più diffuso) e dona effetti spettacolari, fatti di scambi velocissimi, schiacciate e rapidissimi recuperi.
Anche se a un occhio poco esperto possa sembrare un gioco rilassato, il dispendio fisico in questa disciplina è molto elevato, proprio per la rapidità che ne caratterizza i movimenti.
Inoltre il badminton deve il suo successo al fatto che è adatto a ogni corporatura. Non occorre solo potenza fisica, come si potrebbe pensare, ma sono necessarie agilità, astuzia e prontezza di riflessi.
Il badminton è senza dubbio un gioco di gambe: la velocità degli spostamenti è fondamentale ed è ciò che fa la differenza in un buon giocatore. Sapere usare bene le gambe consente di coprire tutti gli angoli del campo con un minimo dispendio energetico.
Gli spostamenti sono simili a quelli della scherma, motivo per cui il badminton è molto più simile a questo sport che non al tennis.
Partendo da centro campo è possibile per esempio raggiungere la rete in due passi, effettuando un movimento di affondo con il piede che si trova sul lato della racchetta.
Lo stesso discorso vale per ogni zona del campo: un professionista sa raggiungere ogni zona in massimo due passi.
Vi siete incuriositi? Vediamolo un po’ più nel dettaglio.