Sanihelp.it – L'idea è quella di individuare anche in Italia, come già avviene in altri Paesi, le linee guida sui disturbi psicologici legati alla maternità, per prevenirli, facilitarne la diagnosi e trovare la cura migliore.
La depressione colpisce in media il 16% delle mamme, in gravidanza o nel post-partum. Non vanno dimenticati neppure gli episodi di maternity blues (50-80%) e le psicosi post-partum (1 su ogni 1.000 parti). I disturbi sono differenti e diventa importante saperli distinguere; grazie al lavoro di numerosi specialisti e di sei centri d’eccellenza italiani sono state messe a punto alcune linee guida che aiutano gli operatori sanitari che giungono a contatto con la maternità (medico generale, ginecologo, neonatologo, pediatra) a distinguere i sintomi e i campanelli d'allarme di ciascuna malattia.
Depressione in gravidanza. Colpisce una donna su dieci, con un picco di frequenza intorno alla 32° settimana di gravidanza. Può essere la manifestazione di un continuum depressivo o una ricorrenza di una condizione depressiva precedente. Si manifesta con: incapacità a concentrarsi, ansia, irritabilità, problemi del sonno, perdita o aumento dell’appetito, stanchezza eccessiva e ingiustificata, incapacità di provare piacere, costante tristezza e pianto, agorafobia, tendenze ossessive-compulsive, come lavarsi ripetutamente le mani.
Ansia in gravidanza. Può avere influenze negative sullo sviluppo del feto ed è associata alla possibilità di manifestare una depressione post-partum. Si individua con difficoltà a causa della sovrapposizione di sintomi fisici e psichici propri dell’esperienza di gravidanza con manifestazioni di un disturbo d’ansia specifico: iperemesi, vomito e nausea, affaticamento, astenia, disturbi alimentari e del sonno, fenomeni come gambe senza riposo o pesanti.
Maternity blues. Si manifesta con un decorso transitorio e reversibile determinato dalla brusca caduta dei livelli estro progestinici che tende alla risoluzione spontanea entro circa una decina di giorni. Nelle donne affette da maternity blues si è riscontrato un rischio di sviluppare depressione post partum di 3.8 volte maggiore e un rischio di 3.9 volte maggiore di manifestare una patologia dello spettro d’ansia rispetto alle restanti donne. Sintomi: deflessione timica di grado lieve, sentimenti di inadeguatezza rispetto al proprio ruolo di madre, labilità emotiva (crisi di pianto), disforia (irritabilità), ansia e insonnia.
Depressione post partum. Una certezza di diagnosi richiede la presenza di almeno cinque sintomi e il perdurare da almeno due settimane per quasi ogni giorno: umore depresso, anedonia (perdita della capacità di provare piacere), modificazione peso e/o appetito, alterazione del sonno (aumento/riduzione tempi di sonno), astenia, isolamento, sentimenti di colpa e inutilità, bassa autostima, impotenza e disvalore, ansia e relativi connotati somatici, perdita della libido, riduzione della concentrazione, pensieri ricorrenti di morte e/o progettualità di suicidio, agitazione o rallentamento psicomotorio.
Psicosi puerperale. Si caratterizza per inadeguata risposta emotiva della madre verso il proprio figlio. Circa l’1% delle madri sviluppano emozioni negative verso il bambino che possono raggiungere sentimenti di antipatia, odio o rifiuto, fino a rabbia patologica quando le richieste del piccolo suscitano nella mamma impulsi aggressivi che possono portare alle urla, all’abuso e in casi estremi all’infanticidio.
Sintomi: ideazione delirante, fenomeni allucinatori, irrequietezza, agitazione motoria o comportamenti bizzarri, timori e preoccupazioni eccessive e irrazionali rispetto al bambino, fluttuazioni dell’umore con emozioni inappropriate, umore elevato con aumentato livello di energia sino a un pattern di comportamento maniacale, impossibilità di dormire (insonnia resistente).
Il comportamento può sembrare fuori dalla realtà: la mamma può non curarsi dei bisogni fisici e psicologici del bambino ed è incapace di rispondere alle sue necessità primarie (sopravvivenza, salute e nutrimento).