Sanihelp.it – Arriva al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena il pacemaker più piccolo del mondo. Si è concluso con successo, infatti, il primo impianto con tecnica mini-invasiva del sistema di stimolazione intracardiaco transcatere, con un innovativo pacemaker senza fili, effettuato all'UOC Cardiologia Ospedaliera dell'Azienda ospedaliero-universitaria Senese.
Il dispositivo è stato impiantato a una donna di 79 anni, con cardiopatia ischemica cronica e una grave patologia del ritmo cardiaco: unica opzione terapeutica per la donna, data l'impossibilità tecnica di procedere a un impianto tradizionale transvenoso, la donna non sarà più esposta al rischio di bradicardie potenzialmente minacciose per la vita e di sincope.
Il pacemakerè poco più grande di una pillola, un decimo della grandezza di uno convenzionale, mentre il sistema di stimolazione intracardiaco transcatetere è una vera e propria microcapsula, pesa 2 grammi, misura poco più di 2 cm e ha una durata media di 12 anni. Viene impiantato direttamente nella cavità cardiaca ventricolare destra attraverso la vena femorale e, una volta posizionato, il sistema è ancorato al cuore attraverso piccoli ganci appositamente progettati ed emette impulsi elettrici in grado di regolarizzare il battito cardiaco attraverso un elettrodo posto sul dispositivo.
A differenza delle tradizionali procedure, non necessita di filo o elettrocatetere di connessione. Inoltre, non richiede incisioni nel torace né la creazione di una tasca sottocutanea in sede prepettorale, eliminando il rischio di complicanze, soprattutto infettive, legate alla procedura tradizionale.
Non si tratta di un intervento chirurgico vero e proprio, sottolineano gli specialisti senesi. Si procede attraverso la vena femorale, in anestesia locale e blanda sedazione, e si risale con un dispositivo che contiene il pacemaker, lo si orienta nel ventricolo cercando la posizione più adatta e lo si rilascia nel sito d’ancoraggio. Non provoca cicatrici ma solo una piccola incisione all’inguine.
Inoltre, grazie alle dimensioni ridotte e all’assenza di elettrocateteri, il pacemaker risulta invisibile sul corpo del malato. Il decorso post-operatorio prevede una mobilizzazione, dopo circa 12 ore dal termine dell'intervento, e una dimissione precoce, avvenuta in seconda giornata post-operatoria. Con questo nuovo dispositivo, come per ogni pacemaker, il malato deve sottoporsi a controlli postoperatori.
Tuttavia, grazie alla tecnologia wireless, è disponibile un servizio di monitoraggio domestico con un dispositivo GSM che, tutte le notti o in un determinato momento della giornata, interroga il pacemaker inviando una notifica allo specialista in caso di malfunzionamenti o eventi clinici di rilievo.