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La proteina p53 e l’insorgenza del tumore

Sanihelp.it – L'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma ha riunito i massimi esperti dei più importanti centri di ricerca biomedica, per un confronto sul ruolo delle alterazioni della proteina p53 nell’insorgenza del tumore.


La p53 umana è una proteina composta da 393 aminoacidi in cui possono essere distinte tre regioni che hanno funzioni diverse: una che attiva ulteriori fattori di trascrizione; una centrale che si lega al DNA genomico e una responsabile del legame con altre tre molecole di p53. La funzione svolta dalla proteina p53 è il mantenimento dell’integrità genomica, ma se mutata attiva anche altri meccanismi che vanno dalla resistenza ai trattamenti chemioterapici, all’instabilità genomica fino all’aumento delle metastasi.

La proteina p53 –Wild Type (non mutata) – può arrestare la crescita cellulare non solo in seguito al danno al DNA, ma anche quando si instaurano dei processi proliferativi aberranti sopprimendo la crescita dei tumori e spingendo verso la morte cellulare le cellule che si duplicano in modo anomalo. Attraverso lo studio sull’intera sequenza della proteina si è osservato che p53 è mutata in almeno il 70% dei tumori. Nella restante parte dei tumori si sviluppano invece meccanismi indiretti di blocco della funzione di p53, che possono variare nei diversi tipi di tumore e contribuire sia alla progressione tumorale che alla resistenza alle cure.

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