Sanihelp.it – È un Franco Di Mare visibilmente provato e che respira grazie a un erogatore di ossigeno quello apparso in video nella puntata di Che tempo che fa del 28 aprile, dove ha rivelato di essere malato. Ha un mesotelioma di alto grado, una forma tumorale rara e aggressiva dal quale, allo stato attuale delle conoscenze mediche, non si può guarire.
Il mesotelioma è un tumore maligno del mesotelio, il tessuto che riveste i polmoni, il cuore e alcuni degli organi dell’addome. Più spesso colpisce il mesotelio polmonare e si parla allora di mesotelioma pleurico, che ha sintomi tipicamente respiratori, come dispnea, fiato corto e dolore toracico. Questa forma è anche strettamente correlata all’esposizione all’amianto. Per Di Mare la propria condizione è con tutta probabilità frutto degli anni da inviato di guerra: «Sono stato a lungo nei Balcani, tra proiettili all’uranio impoverito, iper-veloci, iper-distruttivi, capaci di buttare giù un edificio. Ogni esplosione liberava nell’aria infinite particelle di amianto. Ne bastava una. Seimila volte più leggera di un capello. Magari l’ho incontrata proprio a Sarajevo, nel luglio del 1992, la mia prima missione. O all’ultima, nel 2000, chissà. Non potevo saperlo, ma avevo respirato la morte. Il periodo di incubazione può durare anche 30 anni. Eccoci» ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera.
La diagnosi per lui è arrivata circa 3 anni, venti giorni dopo una fitta terribile tra le scapole: «Credevo fosse un dolore intercostale. Invece era il collasso della pleura, uno pneumotorace. Pensai: non è niente, passerà. Ho cambiato posizione, mi sembrava di sentirla meno. Ci ho dormito su, però respiravo male. Credevo di avere il Covid, ma i test risultavano negativi. Dopo 20 giorni così, mi decisi a fare dei controlli al Policlinico Gemelli» ha rivelato. «Mi hanno sottoposto a delle prove sotto sforzo. Dopo una sono svenuto. Di corsa in sala raggi per una radiografia. Al posto del polmone destro c’era il nulla. Era collassato insieme alla pleura, la pellicola che lo avvolge. La cassa toracica per metà era vuota. Hanno provato a pompare aria per risollevarlo, non è bastato. Lo hanno riattaccato con una sorta di spillatrice. Prima però hanno fatto una biopsia del tessuto. E infine la diagnosi che non mi lascia scampo».
Il mesotelioma può essere trattato con la chirurgia, con la radioterapia e la chemioterapia, ma risponde poco a tutti i trattamenti. Di Mare è stato sottoposto a una decorticazione della pleura: «Mi ha regalato due anni di vita. Poi però, sei mesi fa, c’è stata una recidiva. Si è presentata allo stesso modo. Una fitta acutissima. Stavolta a sinistra. Respiro con un terzo della capacità polmonare» ha continuato il giornalista che, pur consapevole della propria situazione, ha scelto di essere ottimista e di lanciare, in tv, un messaggio positivo a chi è nella sua stessa situazione: «Io stasera sono qui a festeggiare l’idea che esista una soluzione che ancora non si è scoperta ma che probabilmente verrà scoperta quindi non bisogna buttarsi giù – lo dico agli ammalati di questo stesso tumore che ho io – e si può andare avanti con ragionevoli speranze che ci sia una soluzione e che non sia così lontana».