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Protesi per il seno più sicure con Icobra

È nato il registro internazionale dei dispositivi mammari

Sanihelp.it


Ufficialmente istituito nel 2012, il registro delle protesi mammarie in Italia non è mai diventato realtà. Sopperisce in parte a questa mancanza il registro internazione appena nato sotto l’egida dell’ASPS, American Society of Plastic Surgeons, con la partecipazione di 13 Paesi del mondo (e c’è anche l’Italia, con la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, SICPRE).

L’International Collaboration of Breast Registry Activities, Icobra, consiste essenzialmente in un software e in un database condiviso, strumenti grazie ai quali, anche a distanza di molti anni dall’intervento di aumento del seno o di ricostruzione mammaria, ogni donna potrà recuperare tutte le informazioni relative alle protesi che le sono state impiantate: dal produttore, al materiale da cui sono costituite, ai test che hanno superato.

Basta ricordare lo scandalo PIP, che ha seminato il panico tra migliaia di donne, per capire l’utilità del registro.

»Proprio la vicenda PIP – spiega Stefania de Fazio, consigliere SICPRE artefice della partecipazione italiana al progetto – ha fatto toccare con mano ai colleghi australiani l’inutilità dei database utilizzati sino ad allora. In quell’occasione, infatti, in Australia è stato possibile risalire solo al 4% delle protesi PIP impiantate. Da qui la decisione di ripensare completamente la raccolta dati, sviluppando anche un software ad hoc. Con grande generosità, questi strumenti e queste esperienze sono state messe a disposizione gratuitamente delle altre società scientifiche che aderiscono al progetto, con notevoli benefici».

Più informazioni, insomma, più sicurezza e più dati a disposizione anche della ricerca. A questo proposito, l’ultima frontiera è oggi rappresentata dall’ALCL, il linfoma anaplastico a grandi cellule che nelle scorse settimane è salito agli onori della cronaca per la presunta relazione con le protesi mammarie. »È una malattia estremamente rara – sottolinea Fabrizio Malan, presidente SICPRE -: in tutto il mondo, nel 2014, sono stati contati 173 casi in donne portatrici di protesi mammarie. Anche dietro raccomandazione del Ministero della Salute, gli studi e la raccolta dati proseguono. E il progetto Icobra si dimostra di grandissima utilità». 

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FonteSICPRE

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