Sanihelp.it – «Il vecchio rimedio della nonna che sostiene che bere caffè fa passare il mal di testa, è vero?». Chiara.
Risponde la dottoressa Paola Merlo, responsabile dell'Unità Operativa Neurologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
«È uno dei rimedi popolari che ha un fondo di verità. Il caffè è in grado di alleviare il mal di testa grazie al suo potere vasocostrittore, cioè restringe i vasi sanguigni, con un effetto lievemente analgesico. Svolge un'azione che può definirsi di tipo farmacologico e, infatti, una delle componenti di molti farmaci contro il mal di testa è proprio la caffeina. In particolare, a dosaggi superiori a 200 mg, la caffeina ha un modesto effetto analgesico soprattutto sulle cefalee di tipo tensivo. Una cefalea dove è riconosciuto che la caffeina svolge un’azione efficace è la cefalea ipnica, un mal di testa che si presenta nelle persone anziane e si manifesta soltanto durante la notte. La persona può essere improvvisamente svegliata da una cefalea bilaterale lieve-moderata che può durare da 15 minuti a 6 ore, senza altri segni o sintomi d’accompagnamento come nausea e vomito. Quando la diagnosi di cefalea ipnica è certa, associare alle usuali terapie utilizzate per questo mal di testa (carbonato di litio, indometacina, ecc.) una tazza di buon caffè prima di andare a letto può migliorarne gli effetti e, addirittura, evitare l’insorgenza degli attacchi.
Il consumo abituale di caffè può però anche portare alla dipendenza e al mal di testa cronico provocando sintomi da astinenza come se si trattasse di sostanze psicotrope. Più che il desiderio di sentirsi pronti e svegli, infatti, a spingere verso l’aumento del consumo di caffeina sono, piuttosto, i sintomi dell’astinenza. Il caffè tende a mantenere svegli perché impedisce ai neuroni di liberare una sostanza, chiamata adenosina, che le cellule nervose cerebrali sovraffaticate secernono per comunicare alle altre il bisogno di una pausa quando i neuroni hanno accumulato un surplus di lavoro. La comparsa del mal di testa può essere uno dei sintomi dell’astinenza da caffeina e, quindi, nelle persone soggette, si instaura un circolo vizioso dove il consumo di caffeina è sostenuto dalla paura dell’insorgenza della cefalea. Il consumo abituale di caffeina, però, porta allo sviluppo di cefalea cronica, soprattutto nelle donne con meno di 40 anni. Questi sono i risultati illustrati dagli esperti di Burlington, che evidenziano come questa sostanza eserciti un’azione definita farmacologica e che, a seconda del dosaggio e del tempo d’azione, può alleviare o, al contrario, aggravare il mal di testa. L’astinenza da caffeina, comunque, non colpisce tutti allo stesso modo. Gli studi più recenti indicano che nel 50% circa delle persone abituate a bere caffè, i sintomi dell’astinenza caffeinica sono più forti per motivi di predisposizione genetica.
Il consiglio migliore che posso dare e che vale per qualsiasi patologia, è quello di usare il buon senso e non abusare o non eccedere con certe condotte. Se non si abusa del caffè, non si viene a creare la dipendenza che provoca il mal di testa mentre si può usufruire della sua funzione positiva, cioè di aiuto nell’alleviare il mal di testa. Come ormai tutti gli esperti raccomandano, due o tre tazzine al giorno non fanno male e non creano dipendenza, ma non di più».